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Indennizzo diretto, la via stretta al risparmio

di Maurizio Caprino

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22 SETTEMBRE 2008

Sembrava il toccasana per abbassare i prezzi della Rc auto e migliorare il trattamento per chi subisce danni in un incidente. Invece ora, a poco più di un anno e mezzo dal suo avvio, tutti concordano sul fatto che il risarcimento diretto sia da migliorare e qualcuno pensa che non stia funzionando come si sperava. E, per risparmiare qualcosa, non resta che una faticosa selezione della compagnia meno cara.

Prezzi caldi
Non c'è accordo nemmeno tra le associazioni dei consumatori: alcune gridano ad aumenti scandalosi, altre si limitano a dire che i prezzi si possono ridurre. Su questa posizione c'è anche l'Isvap (l'autorità di vigilanza), che però continua a credere nella bontà di un sistema che ha già ridotto del 5% il costo medio dei sinistri e da 63 a 55 giorni il tempo medio di liquidazione. Dati ricordati martedì scorso dal ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, per invocare riduzioni.
L'Ania (l'associazione delle compagnie) risponde che i prezzi calano già: nel 2007 per la prima volta dal 1970, anno dal quale assicurarsi è obbligatorio, il totale incassato (la raccolta premi) è stato inferiore all'anno precedente (18.240 milioni, -1%) nonostante il lieve aumento (+0,8%) dei veicoli assicurati. «E nel primo trimestre 2008 si è scesi di un altro 2,8% – anticipa Vittorio Verdone, direttore Auto dell'Ania –: sono tutti effetti della concorrenza sempre più accesa e del decreto Bersani di inizio 2007, che riconosce alle auto che si aggiungono in famiglia la stessa classe bonus-malus delle altre e attenua le penali per chi causa sinistri».

Trattare sempre
Ognuno racconta parte della verità. Le associazioni più critiche si basano sulle segnalazioni di alcuni consumatori e sulle tariffe per profili-standard di cliente. Tariffe oggi poco significative: le compagnie le usano solo come base per sconti personalizzati. È per questo che il cliente per risparmiare deve "lavorare" tanto: l'obbligo per le compagnie di offrire preventivi su internet serve solo a individuare quelle meno care, con cui poi trattare in agenzia o (per le assicurazioni telefoniche) chiamando il call center.

È impossibile dire se le polizze rincarino o no, perché non ci sono statistiche sugli sconti. Certo è che non si può nemmeno concordare con l'Ania sul fatto che ci sia un calo generalizzato: la raccolta premi in parte cala automaticamente (la maggioranza degli assicurati non causa incidenti e quindi guadagna ogni anno una classe di bonus-malus). Si può solo riconoscere che, contrariamente agli anni peggiori, oggi avanzare di classe può significare davvero pagare meno e non solo subire un rincaro inferiore alla media.

Altra certezza è il limitato effetto del taglio del costo medio dei sinistri, perché è aumentato il totale degli incidenti: +4,7% (+3,7% in rapporto ai veicoli). Colpa non solo dell'indisciplina, ma anche di un punto debole del risarcimento diretto: nel conto sono ricomparsi quei piccoli sinistri "spariti" negli ultimi anni, quando le compagnie convincevano i responsabili a risarcirli di tasca propria, per evitare la penalizzazione nel bonus-malus. Oggi le compagnie hanno l'interesse opposto, perché il meccanismo del risarcimento diretto prevede per loro – in caso di danni a cose – un rimborso forfettario tra i 1.175 e i 1.670 euro (secondo la provincia) da parte dell'assicurazione del responsabile: se pagano meno al loro cliente, il resto è guadagno.

«Abbiamo più volte chiesto di rivedere il meccanismo – ricorda Verdone –. Soprattutto, urge cambiare l'articolo 13 del regolamento di attuazione per rendere più rapide le modifiche dei criteri di fissazione del forfait. Il risarcimento diretto è ancora in rodaggio e serve velocità per adeguarlo a ciò che emerge man mano». Il tema è sul tappeto del tavolo tecnico avviato da Scajola prima delle vacanze.

Liquidazioni controverse
Proprio col risarcimento diretto c'è stato un boom di reclami per ritardi nelle liquidazioni e offerte troppo basse (si veda il grafico in alto). L'Ania sospetta che dietro ci sia anche il tentativo di certi professionisti di ostacolare il nuovo meccanismo, che disincentiva il contenzioso e quindi fa perdere loro parte del lavoro: sembra che molti reclami siano uguali e provengano dalle stesse zone. «Ora le norme ci consentono di tracciarli», annuncia Maria Luisa Cavina, responsabile Tutela utenti dell'Isvap. Ma parte dei reclami è giustificata: l'Isvap ha spesso segnalato l'inadeguatezza degli uffici liquidativi, soprattutto al Sud. E le stesse compagnie, poco prima del via al risarcimento diretto, avevano ammesso di non essere pronte. Anche se, conclude Verdone, «il numero dei risarcimenti diretti finora andati a buon fine (3,5 milioni) non è banale e dimostra che nel complesso il sistema sta funzionando».

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